Installazione progettata e realizzata da:
Università di Pisa - D.I.C.I. - Laboratorio Astro
con Foll.ia Lab
Direzione Artistica
Marco Ci - Foll.ia Lab
Miki Bi - Foll.ia Lab
Matrice artistica
Blu PXLs
Sviluppo Tecnologico e Software
Prof. Andrea Piemonte - LABORATORIO ASTRO UNIPI / ACAS3D
Prof. Gabriella Caroti - LABORATORIO ASTRO UNIPIACAS3D
Ing. Federico Capriuoli - ACAS3D soluzioni Digitali Spinoff Università di Pisa
Marco Guzzo
Luca Rossi
Consulenza Scientifica, Dante and co.
Professore ordinario di Linguistica italiana Giuseppe Patota - Università di Siena-Arezzo
Un grazie ai traduttori di codici:
Amedeo Valoroso (per il C64 e i dialoghi vari)
Luca Bronzi (in codice iz6hpj)
Matteo Gheri
Silvano Manente (per i cavi and co.)
Un grazie a chi ci ha messo il volto:
recuperando.it e la famiglia Frilli
Un grazie alla cultura per aver vinto anche oggi e sicuramente domani.
E grazie a Dante per aver scritto un libro 700 anni fa senza il quale nessuno avrebbe fatto tutto
ciò.
Divina è una riflessione tra il linguaggio e la tecnologia.
Ispirati dal l'immortale storia della
Divina
Commedia, dalla sua struttura e dal suo forte legame "matematico”, l'installazione artistica immagina un Dante
Contemporaneo riportando la situazione linguistica italiana del XIV secolo al presente.
L'opera, sviluppata da un pool di ingegneri, makers e dall’artista digitale BluPXLs, unisce un secolo di
tecnologia in un dialogo inedito e apparentemente impossibile che comincia grazie alla presenza
umana.
L'importanza del linguaggio nella comunicazione diventa metafora al cui epicentro c’è il ruolo incisivo che la
Divina Commedia ha avuto nella storia Italiana.
Infatti, quattro generazioni di tecnologia comunicano insieme per riscrivere un libro in terzine che nascono dal
volto del singoli individui e si uniscono in un'inedita versione della Divina!
È così che un sensore di depth scanning del 2021 e una telescrivente del 1940 collaborano insieme a 30
televisori, una stampante, un videogioco e 5 computer in una mediazione linguistica a base binaria.
L'opera ci porta a riflettere sulla centralità che ogni persona ha nella crescita della lingua, essendo esso
stesso generatore di divulgazione.